La prima serata del festival di Sanremo è sempre uno stress pure per chi lo guarda.
E io l'ho guardato ed è stato uno stress.
Nulla che sia perfetto e impeccabile come nei comuni programmi Rai, ogni cosa vive la ripercussione di migliaia di aspettative: il palco, l'orchestra, le luci, i fiori.
La potenza mediatica di questo evento italico lo rende estremamente esposto alle critiche.
Io sono per il basta fare gli hipster della musica italiana, cazzo. Basta con questa lettura umile del festival. Il festival è sfarzo, oro, fiori e vestiti sontuosi; è cantanti mainstream e musica mainstream.
Comunque, aperto il sipario, quest'anno rotto per giunta, che ogni oggetto dove si poggia l'occhio è detestabile e possibilmente da polverizzare.
Aperto il sipario quindi:
Scenografia - voto: 5+
Il pavimento a scacchi che diventa visual led è atroce. Capisco la scelta stilistica povera, consumata, ma quel pavimento è terribile. La famosissima scala sanremese mi ha confuso: c'è o non c'è? Mi son perso.
Orchestra - voto: 6
Non so nemmeno come faccia il maestro a guidare l'orchestra da li sotto quando le viole sono al 12esimo piano. Ma metterli in un parterre senza doverli imbracare come se fossero scalatori alpini no?
Fiori - voto: n/p
Già da qualche anno i fiori di Sanremo non sono più pervenuti.
L'anno scorso il sindaco, durante la premiazione di Marco Mengoni, indicò disperato i ranuncoli sotto il tetto, facendo pure una gran bella figura di merda.
Quest'anno il festival si apre con un Fazio che durante il monologo iniziale sulla bellezza, dove mi sono perso mentre parlava del treno, deve sventare un duplice suicidio. Sanremo è anche azione, thriller.
Apertura - voto: 7+
Ma per la suspance e l'adrenalina. Fosse stato per Fazio, sai che palle.
Fazio in Costume National talmente essenziale e pulito da non percepire i cambi d'abito, mentre Lucianina, come tradizione vuole, non si fa in tempo a dire "orcamadò" che s'era già cambiata tre volte.
Tra abiti, abitini e mascheramenti un po' così, la Littizzetto ha avuto il suo bel da fare.
3 abiti Gucci meravigliosi e un costume da Carrà da 10 e lode.
Cambi Lucianina: 7 1/2
Gli ospiti della kermesse sono da sempre discussi e apprezzati.
La prima serata si è centrata tutta sulla presenza di Laetitia Casta, quando poi c'era un Cat Stevens da applausi e una Carrà con le bombe sotto il culo. Ah, Luciano Ligabue pure, ma lui me lo sono perso.
Orrido ricordo di quello che era, Laetitia era vestita come manco Mariah Carey quando ha veramente esagerato con la coca.
Avvolta in una tenda, con dei lunghissimi e inutilissimi guanti firmata Riccardo Tisci che non mi spiego come abbia potuto partorire cotanto obbrobrio.
Trucco e parrucco che di peggio si è visto solo a Drag In Talent su Italia1, con dei capelli incommentabili e un rossetto che non faceva altro che evidenziare lo stato di degrado dei suoi denti.
Il secondo abito, nascosto sotto questo informe cumulo di stoffa era sicuramente meglio.
Molto simile a quello di Lady Gaga agli AMA, le rendeva sicuramente giustizia con un paio di stivali altissimi e per fortuna senza guanti.
I siparietti sono stati molto tristi, compreso quello con Luciana Littizzetto, anche se c'è da appressare lo stile anni '30 dalla Casta avvolta nei piumaggi neri dei ballerini.
Laetitia Casta - voto: 4
La Carrà, invece, si è mangiata l'Ariston.
Potente e coinvolgente ha svegliato una serata soporifera che si sarebbe trascinata fino alla fine.
Proponendo pezzi dal nuovo album, la showgirl che oggi ha 70 anni, firmata John Richmond, ha ballato come una ragazzina del pop. Il playback era palese, tanto da non curarsi nemmeno di tenere il microfono vicino la bocca, proprio come nostro Signore ci ha insegnato, ma è stata comunque pazzesca.
Tamarrissima Cha Cha Chao, il testo è senza senso, ma ero incantato.
Raffa mi ha rapito.
Raffaella Carrà - voto: 10
Cat Stevens ha incantato l'Ariston con una voce da brividi e una chitarra.
Propone Peace Train, Maybe There's a World (con citazione di All you need is love del Beatles) e Father And Son, smerchettando il suo album in uscita.
Fazio non fa altro che comportarsi come una groupie che da di matto, piange, sghignazza e ha il fiatone mentre parla con il cantante.
Lo stile non si commenta anche perché quella barba così ben studiata è dovuta secondo me anche al credo religioso del cantante che di nome oggi fa Yusuf Islam.
Cat Stevens - voto: 8
Quelli che chiamerò gli "ospitini" manco li vorrei commentare, ma ci sono eccellenze e cocenti delusioni.
Marco Bocci: Eccellente (ma ogni tanto lavate)
Cristiana Capotondi: Delusione (che cazzo di vestito era?)
Amaurys Perez: Eccellente!
Tania Cagnotto: Delusione (Basta co' sti vestiti di pizzo!)
Francesca Dallapè: Eccellente (tranne le scarpe...)
La gara, nella modalità di questi due ultimi anni, è estremamente lunga.
Due canzoni a cantante, con televoto per decretare qual è la meno peggio.
Due serate dedicate alla selezione delle canzoni in gara. Che palle!
Ma visto che Sanremo è tutt'altro che un festival musicale, parliamo anche d'altro...
Arisa, agitatissima e con evidenti problemi di audio, non brilla.
La prima canzone, Lentamente (Il Primo che passa) è di una noia inaudita, mentre la seconda Controvento è radiofonica e molto piacevole.
Il look è basic firmato Jil Sander.
Le scarpe erano sicuramente tanto belle quanto dolorose, tanto che l'artista le ha tolte vagando scalza per il palco.
Arisa - voto: 6+
Frankie Hi-NRG mi ha fatto vergognare per tutto il tempo.
Le canzoni sono orribili, il look è orribile, l'attitude è orribile.
Pedala è la canzone scelta dal televoto. Ecco... pedala fuori dai coglioni.
Qui non vige la legge: c'ho na certa, me sto a casa.
Frankie Hi-NRG - voto: 3
Antonella Ruggiero funerea, nera, gotica come suo solito, una voce da matti, ma quando canta non si capisce una mazza.
Elegantissima nell'esibizione di Da Lontano scelta per la gara. Non è ai livelli di sempre, ma comunque c'è ed è un piacere.
Antonella Ruggiero - 6+
Raphael Gulazzi & The Bloody Beetroots conquistano.
I migliori della gara finora.
Qualcosa di nuovo che unisce classica musica pop al gospel, all'elettronica e al rock.
Liberi o No mi ha conquistato subito.
Il look à la Venom cattura l'attenzione, ma è soprattutto Raphael che trasformato si ripropone sul palco dell'Ariston come testimonial dei centri dimagranti Sobrino!
Raphael Gualazzi & The Bloody Beetroots - voto: 9+
Cristiano De Andrè di una noia inimmaginabile.
Testi molto belli, passa Il Cielo è Vuoto, ma magia zero.
Non si campa di rendita quando tuo padre è la più grande leggenda della musica italiana, o sei straordinario o stai a casa.
Il premio della critica è suo al 99%, ma a me non è piaciuto.
Cristiano De Andrè - voto: 5
I Perturbazione sono stati davvero piacevoli da ascoltare e da vedere.
Sono un bel gruppo, scrivono bei testi e la presenza scenica è coinvolgente.
Passa la bellissima L'Unica anche se era molto più interessante L'Italia vista dal bar.
Carinissimi con tutti quei papillon e i loro strumenti che facevano da accessori perfetti per un outfit perfetto.
Perturbazione - voto: 8
E dopo un'estenuante attesa, eccola! La mia Giusy!
Molto chic in un abito Cavalli, ha aspettato fino le 00:30 per poter cantare, con una voce non al massimo.
L'amore possiede il bene terribile, ma Ti Porto a Cena con Me è magica.
Sperando in un recupero completo prima di un'eliminazione...
Giusy Ferreri - voto: 7-
A domani!
Perché Sanremo è uno stress...
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